Buongiorno a tutti.
Oggi mi è capitata una cosa strana: ascoltando la radio ho sentito una trasmissione che leggeva parti di un libro a scopo di recensione.
Questo libro parlava di una vita, la vita di una madre sopravvissuta a cose indicibili, con i suoi modi, i gesti appartenenti ad un mondo che non c'è più, un mondo antico, un mondo contadino fatto di abitudini, di sguardi e di silenzi.
Mi sono dunque messo a pensare a una domanda che mi viene fatta spesso: "Perché fai Genealogia? A cosa serve sapere il passato della propria famiglia?"
Quelli come me che hanno origini contadine ricordano quel mondo di "fare le cosa a mò", ossia di fare le cose per bene sempre, quel mondo fatto di lavoro duro e ci si accontentava di così poco.
Sentendo quel racconto sentivo che recuperando i dati genealogici, non fatti solo di date si recuperano anche parti di vita e pezzi di storia che vanno dal personale a quella storica.
Le storie che vengono raccontate spesso sono di guerra ma non ci sono solo quelle alcune raccontano di un periodo economico oppure di una nazione.
Spesso si sottovalutano tali racconti e quando ci si accorge della loro importanza la fonte primaria o la fonte storica è andata perduta per sempre.
Sono stato piacevolmente sorpreso quando sentendo quel frammento (non potevano di certo leggerlo tutto), ho sentito quel pezzo molto vicino e mi ha trasmesso molto. Ora so che non si ha mai finito d'imparare: nello studio della genealogia anche i testi diventano vitali.
I libri di storie cittadine ma anche racconti come questo possono darci numerosi indizi sulla nostra ricerca genealogica e diventano importantissimi dato che ogni più piccolo dettaglio è fondamentale in questa branca.
Anche cose molto più normali possono essere fondamentali e ricordate come scherzi oppure racconti di terzi di avvenimenti mondani come riunioni di famiglie, feste etc.
Cosa aspettate? Non perdete l'occasione di recuperarne alcune. Fatelo ora!
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