domenica 30 agosto 2020

Detti e Alias

Eccoci ad un nuovo post.

Oggi volevo parlarvi di una cosa molto importante: i "Detti" e gli "Alias".

Quando si esegue una ricerca di un antenato più di frequente in epoche remote bisogna tenere presente che forse il nome oppure il cognome non è quello indicato. Un errore? Assolutamente no, era la norma.

Molto spesso alle persone venivano affibbiati delle variazioni ai cognomi o soprannomi che nello scorrere del tempo entrando pian piano anche nei documenti si sono sostituiti agli originali.

Come poter rilevare se siamo in presenza di un Detto? Abbiamo due strade: basarci sulla storia locale per cui vedere se era presente l'utilizzo della variazione oppure trovarlo scritto accanto al cognome, in questo caso, originale. 

Con il Concilio di Trento per evitare quanto più possibile i matrimoni tra consanguinei vennero introdotti i cognomi nella fase successiva, alcuni cognomi ad esempio delle famiglie cadette cominciarono a darsi dei nomignoli.

Tali nomignoli con lo scorrere del tempo vennero tramandati nelle generazioni fino a diventare i cognomi ufficiali ad esempio: Dalla Torre spesso se vi capiterà di notare in alcuni atti antichi veniva riportato "detti Torresan". Torresan è ora un cognome riconosciuto a tutti gli effetti ma è frutto di quest'operazione.

Per quanto riguarda invece gli Alias sono un altra cosa ancora e si possono trovare nei casi di Emigrazione, di Latinizzazione oppure Soprannome. Ma vediamoli nel dettaglio:

- Emigrazione: spesso e volentieri quando alcuni dei nostri parenti sono emigrati in un altro Stato, quando hanno fornito le loro generalità ne hanno dichiarate altre oppure sono state recepite in maniera diversa dall'interlocutore che non capiva la lingua d'origine. 

In questo modo abbiamo o nomi e cognomi modificati oppure completamente diversi e questo renderà il lavoro di autenticazione molto difficile.

- Latinizzazione: i prelati in epoca antica redigevano in Latino gli scritti, pertanto non è detto che abbiano utilizzato il nome civile per il battesimo, per cui specialmente nei primi periodi di convivenza tra le due istituzioni, può capitare che il nome ecclesiastico differisca anche di parecchio da quello civile.

- Soprannome: utilizzato anche in epoca abbastanza recente poteva capitare che venisse chiamato anche in casa con un nome diverso da quello originario pertanto anche la persona non rispondeva al nome d'origine ma al nomignolo, quindi in questo caso poteva sostituire l'originale. 

Come potete vedere in queste poche righe è molto difficile anche se possediamo le informazioni giuste eseguire un preciso match tra i documenti e il buon ricercatore è solo quello che non si arrende e soppesa tutte le informazioni.

L'esperienza di conservare

Dopo aver ricercato le nostre ed altre genealogie, vorrei dilungarmi un attimo sul descrivere le sensazioni e le opportunità nel ricercare genealogie in generale non proprie.

Come precedentemente enunciato ci siamo dedicati a trovare genealogie anche per terzi: ovviamente non è sempre possibile e non è sempre facile. Sicuramente per chi conosce il proprio bisnonno o trisnonno le cose sono molto più semplici.

Possono capitare che in una discussione con altre persone salti fuori: "Per hobby eseguo ricerche genealogiche". La risposta è sempre: "Uhn, sì OK", ma non appena dopo alcune domande si riescono a trovare alcuni dati l'espressione cambia.

Non siamo né mago Merlino né Mandrake ma poter dare alle persone la propria storia e potergli dire chi siano ha senza dubbio una sensazione impagabile.

Dopo poco compariranno storie, situazioni e luoghi che arricchiranno il nostro bagaglio d'esperienze e di cultura.

Ricercare genealogie è dunque un modo per rendere più felici le persone riempiendo un vuoto, uno spazio che anche l'interlocutore non sa di avere.

Subito cercando per noi e per terzi ci siamo resi conto che ci trovavamo di fronte a un paio di problemi: uno culturale, l'altro di conservazione. Che conoscenze ci mancano? Come possiamo diventare ricercatori migliori?

Per quanto riguarda l'altro problema, quello della conservazione, sorge un po' ad ogni ricercatore genealogico; esso si dipana in diverse domande a cui si può rispondere in maniera diversa.

Come rappresentare in modo più appropriato i miei alberi genealogici per renderli visivamente più fruibili?

Come catalogare in modo più veloce e preciso le informazioni che raccolgo?

Come comunicare ad un terzo un resoconto della ricerca in modo più ottimale?

Sono domande importanti che ogni ricercatore si fa e per quanto riguarda la visualizzazione di un albero nel mercato esistono diverse soluzioni, molte però partendo da una persona, non raccolgono l'intero della propria ricerca ma solo di una frazione di essa.

Rappresentarla tutta su carta risulterebbe enorme, pertanto ci vengono incontro i sistemi di visualizzazione elettronici e di condivisione i quali hanno una capacità e una fruizione maggiore dettati dai siti genealogici come Family Search, Ancestry, MyHeritage, etc.

Le altre domande sono un po' personali. Esistono formati già predisposti di catalogazione delle informazioni, Gruppi Famiglia, Storie, etc. e ci sono metodi ed esempio espositivi per libri, schemi, etc. per esprimere a terzi una ricerca intera.

Gli schemi preimpostati cartacei a nostro avviso risultano molto dispersivi in quanto quando andiamo a rivedere le informazioni o non riusciamo ad avere un riscontro immediato o le informazioni che vi scriviamo man mano che la ricerca continua saranno riscritte e rifatte almeno 20 volte.

In molti casi alcuni programmi restituiscono dei "libri" spezzando la parte grafica non riducibile in un foglio accanto ad un trafiletto testuale.

In conclusione credo che dare la propria risposta a tali domande sia importante per conservare al meglio i dati raccolti e per fornire una più puntale gamma di informazioni a terzi.